Comprendere Mara, il Signore dell'illusione

Assalto di Mara verso il Buddha, seduto sotto l'albero della Bodhi a Bodhgaya

Mara è un deva dei paranirmitavaśavartin e proviene dal più alto dei cieli del desiderio: ‘Il cielo del controllo delle emanazioni altrui’ (zhen trül wang jé), ma a causa del suo attaccamento agli oggetti del desiderio, risiede nel cielo di Tushita (ganden), il reame gioioso.

In quanto Signore dell’illusione, Mara adora evocare inganni attraenti che inducono gli ignari ad abbracciare il non salutare come salutare o a farsi ingannare dalla preoccupazione per le otto ossessioni mondane (jikten chö gyé) del:

  • desiderio per il guadagno e la paura della perdita;
  • desiderio per la felicità e la paura della sofferenza;
  • desiderio per la fama e la paura del discredito;
  • desiderio per gli elogi e la paura del biasimo.

Mara personifica le qualità negative dell’ego umano che causano la comparsa dell'illusione e la maturazione della conseguenza karmica.

Egli è anche il tentatore che cercò, in numerose occasioni, di persuadere il Buddha Shakyamuni ad abbandonare la sua nobile aspirazione di liberare tutti gli esseri senzienti.

Da un’altra prospettiva, l’esistenza dei mara è un’importante promemoria del fatto che le influenze corruttive e gli innumerevoli ostacoli che creano a coloro che aspirano ad ottenere un’emancipazione, possono essere eliminati attraverso l’applicazione del Buddhadharma, con la quale viene reciso il proprio attaccamento alle nozioni dualistiche di speranza e paura, poiché Mara è semplicemente il riflesso della nostra stessa illusione.

L’unico modo in cui Mara può avere il sopravvento è quando scegliamo di arrenderci alla stessa illusione che ci siamo creati, la quale ha origine nella nostra mente ed è incline ai cambiamenti in base a quale pensiero vogliamo scegliere di intrattenere.

Chiunque possa trascendere la visione artefatta del sé, trionferà sicuramente sulle influenze di Mara.

I QUATTRO TIPI DI MARA

Dal punto di vista dei sutrayana (dö tekpa), ci sono quattro tipologie di mara (dü zhi):

  1. Skandamara, il Mara degli aggregati contaminati (phungpo'i dü):
    il Mara che incarna la nostra oscurazione dell’attaccamento all’esistenza condizionata come: il proprio corpo, l’esperienza sensoriale e i fenomeni mentali, facendoli percepire come reali.
  2. Klesamara, Klesamara, il Mara delle emozioni perturbanti (nyön mong kyi dü):
    il Mara che incarna il nostro atteggiamento di abituale inclinazione ad agire impulsivamente sotto la spinta delle emozioni negative che sono le vere cause delle nostre sofferenze.
  3. Mrtyumara, il Mara del Signore della morte (chidak gi dü):
    il Mara che incarna l’impermanenza, i cambiamenti e la morte, i quali sono oltre il nostro controllo e rappresentano una minaccia alla nostra preziosa rinascita umana.
  4. Devaputramara, il Mara figlio dei deva (lha pui dü):
    il Mara che incarna la nostra brama spontanea per il piacere sensuale e la condizione favorevole nelle attività mondane.

I quattro Mara sono ulteriormente categorizzati dai tantrayana (tekpa gyü) in:

  1. Mara dell’impedimento tangibile (concreto) (tok ché kyi dü);
  2. Mara dell’impedimento intangibile (astratto) (tok mé kyi dü);
  3. Mara dell’esultanza (ga drö kyi dü);
  4. Mara della superbia (nyem jé kyi dü).

GLI OSTACOLI CREATI DALLE ATTIVITÀ DI MARA

Gli ostacoli creati dalle attività di Mara sono stati rivelati in un discorso tratto dal sutra: "Il re della gamma di tutte le qualità del Dharma" (chö tam ché kyi yön ten kö pé gyel po), esposto dal bodhisattva-mahasattva Avaloki­tesvara al bodhisattva-mahasattva Vajrapani:

"Questo insegnamento del Dharma non si diffonderà tra gli esseri di merito inferiore. Ci sono quattro attvità di Mara che creano ostacoli agli sforzi dei praticanti e non saranno in grado di: scrivere l’insegnamento, incaricare di farlo scrivere, tenerlo o di leggerlo ad alta voce. Mara creerà loro degli ostacoli.”

“Queste quattro attività sono:
1.Pigrizia
2.Mancanza di Fede
3.Mancanza di riverenza per il maestro
4.Una mente che vaga durante l’insegnamento del Dharma”

"Ci sono quattro altre attività di Mara che creano ostacoli per i praticanti:
1.Non avere interesse nella compagnia di amici spirituali
2.Non riflettere adeguatamente
3.Arroganza nella parola
4.Essere assillato da pensieri terreni come: “Non temo questa vita o le vite future; non c’è nessuna punizione karmica per le azioni malsane; non ci sono parole incerte per me; sono molto intelligente; sono attraente e sono invincibile”.

"Tali esseri sono attaccati alla casa, ai loro parenti e proveranno sofferenza per molti eoni. Questi quattro attività di Mara dovrebbero essere considerati amici non virtuosi."

“Ci sono altre quattro attività di Mara che creano ostacoli per i praticanti:
- la brama per la ricchezza, che è causa di sofferenza per molti eoni;
- scherzare e spettegolare con amici non virtuosi;
- attaccarsi all’appagamento della vita matrimoniale;
- sminuire l’interesse di quelle persone che studiano il Dharma proclamando: “La generosità non produce alcuna ricompensa karmica”; “Questo insegnante del Dharma è perfido e immorale!”.

"Chiunque impedisca a questo sutra di essere scritto e venerato, incontrerà in questa stessa vita molti ostacoli e nelle future rinascite brucerà negli inferni. Queste sono attività di Mara e non dovete cadere sotto la loro influenza.”

INFLUENZE DI MARA NELLA NOSTRA VITA

Mara, la nostra nemesi principale, è determinato ad insidiare la nostra opportunità di realizzare il potenziale della preziosa rinascita umana, seminando ostacoli per cercare di  interrompere il nostro cammino spirituale verso il Nirvana, osteggiando i nostri cinque aggregati (pungpo nga) con le afflizioni dell’insicurezza, dell’ansia e delle angosce dell’insoddisfazione a causa dei difetti del samsara (khorwa).

I quattro mara influenzano le nostre vite come segue:

1. Il Mara degli aggregati contaminati è il sostenitore della sofferenza che pervade tutta l’esistenza condizionata, come identificato dall’insegnamento del Buddha Shakyamuni.

I cinque aggregati, i quali formano la base del nostro ego attorno all’attaccamento concettuale del sé, sono le dirette cause della continuazione del samsara e della sofferenza dei fenomeni condizionati ricorrenti che sperimenteremo in futuro.

Qualunque supposizione originata dalla conoscenza intellettuale e che si basa sull’assegnazione di etichette concettuali, finirà inevitabilmente per considerare i fenomeni condizionati come reali. Le visioni errate, in quanto tali, causeranno l'insorgere di altre illusioni e karma negativo, che insieme contribuiranno ad eoni di rinascite nei reami inferiori.

Come disse Santideva nel Bodhicharyavatara (changchub sempé chöpa la jukpa):

“L’assoluto giace oltre la comprensione dell’intelletto,
il quale è relativo a ciò che è insegnato alla mente”.

2. Il Mara delle emozioni perturbanti è il persuasore che ci induce abitualmente a proiettare le nostre emozioni negative sugli altri per evitare di riconoscerle come nostri difetti: un’azione comune con cui ci si inganna, spinti dall’illusione di aver ragione, al prezzo di ignorare la verità.

La negatività non potrebbe emergere dalla nostra psiche per incantarci, se non esistesse già all’interno della nostra coscienza, come risultato delle nostre azioni negative del passato.

E’ attraverso il processo della corretta pratica del Dharma che le negatività vengono placate e spazzate via.

Tali emozioni perturbanti sono comunemente espresse attraverso la trasgressione della parola che semina disarmonia attraverso comunicazioni fraudolente, discorsi vendicativi, speculazioni indiscrete e pettegolezzi mondani: le principali cause di eoni di rinascite nei reami infernali.

3. Il Mara del Signore della Morte non è semplicemente la morte in sé. Il suo intimo aspetto è caratterizzato dalle attività mentali disturbanti, le quali attivano le forze karmiche a spingerci nelle successive rinascite, che corrispondono all’attaccamento ad un falso senso di esistenza, privo del vero stato dell’assoluto.

Ignorando la costante contemplazione sulla morte, non avremo la pura visione per mettere correttamente in pratica gli insegnamenti del Dharma per il bene di tutti gli esseri e quindi, immersi nell’ebbrezza dell’illusione delle attività terrene, sabotiamo la nostra stessa opportunità di essere liberati dal samsara e finiamo con il pentircene al momento della morte.

Senza l’esperienza diretta della vacuità (tongpa nyi), non potremo superare il Mara della morte e continueremo a sottoporci al ciclo samsarico di rinascita e morte.

4. Il Mara figlio dei deva usa il desiderio e la tentazione per intralciare il nostro progresso compromettendo la nostra radice di virtù, essenziale per il conseguimento dell’illuminazione.

Egli incarna le visioni illusorie che rappresentano la nostra brama per il piacere dei sensi, la smania per il controllo e il desiderio per il comfort mentale.

Per sei anni, Mara seguì come un’ombra il futuro Buddha Siddhartha (Dondrup), cercando in Lui qualsiasi segno di debolezza da sfruttare, ma fallì nel dissuaderlo a raggiungere l’illuminazione come Buddha Shakyamuni. Cercò anche di persuadere il Buddha Shakyamuni ad entrare nel nirvana senza rivelare il Dharma al mondo, ma di nuovo non sortì alcun effetto sul Tathagata.

Mara in qualità di deva dei paranirmitavaśavartin, appartiene ad una delle sei classi degli dèi che nascono nei kamadhatu, i reami celesti del desiderio (do kham), grazie alle loro precedenti attività umane: dell'offerta di elemosine, della coltivazione della condotta morale, della passione nell’apprendimento, dell'essere inclini ad una vita spirituale. Gli stessi, poichè incapaci di resistere alle relative avversità, invece di impegnarsi nella giusta pratica, cercano il proprio appagamento esercitando il potere della creazione di altri, attraverso la promozione del piacere e del desiderio, così al termine della loro vita come mara, cadranno nei reami infernali.

LE DOMANDE DI SARAGAMATI

Nel Sutra conosciuto come: “Le domande di Sagaramati”, vi è un discorso tenuto dal Buddha Shakyamuni su come sconfiggere i mara.

“I bodhisattva sconfiggono i mara e altri esseri maligni
quando abbandonano tutte le fissazioni che hanno a che fare con:
attaccamenti, segni e interpretazioni”

Di seguito un breve riassunto di questo discorso su come sconfiggere i mara:

COME SCONFIGGERE I MARA DEGLI AGGREGATI

I mara degli aggregati contaminati sono sconfitti quando ci si applica:

  • riflettendo sulla natura illusoria dei fenomeni;
  • la comprensione della sofferenza;
  • riconoscendo che la formazione mentale è sofferenza;
  • abbandonando le macchie delle afflizioni mentali nella pratica della generosità che è motivata dalla bodhicitta, con tutti i meriti dedicati al conseguimento della realizzazione;
  • perfezionando la disciplina senza alcun desiderio di rinascere nel samsara;
  • perfezionando la pazienza senza attaccamento al sè;
  • perfezionando la diligenza senza preoccupazione per il corpo;
  • perfezionando la concentrazione senza fare affidamento sugli aggregati;
  • utilizzando la saggezza attraverso le attività degli aggregati;
  • realizzando la vacuità di tutti i fenomeni;
  • perfezionando la consapevolezza corporea verso il corpo senza alcun attaccamento concettuale al corpo.

COME SCONFIGGERE I MARA DELLE AFFLIZIONI

I mara delle afflizioni sono sconfitti quando ci si applica:

  • riflettendo sulla natura della vacuità;
  • abbandonando l’origine della sofferenza;
  • riconoscendo che la formazione mentale è impermanente;
  • praticando la generosità senza nessuna preoccupazione per il corpo e  tutti i meriti al conseguimento della realizzazione;
  • perfezionando la disciplina attraverso la pura visione dell’assenza del sé;
  • perfezionando la pazienza senza opinioni riguardo agli esseri;
  • perfezionando la diligenza senza il coinvolgimento della mente;
  • perfezionando la concentrazione senza fare affidamento sugli elementi;
  • utilizzando la comprensione interiore senza fare affidamento agli elementi;
  • affidandosi all’assenza di segni di tutti i fenomeni;
  • perfezionare la consapevolezza delle sensazioni verso le sensazioni senza attaccamento concettuale alle sensazioni.

COME SCONFIGGERE I MARA DEL SIGNORE DELLA MORTE

I mara del signore della morte sono sconfitti quando ci si applica:

  • riflettendo sul non nato e il non-sorgere;
  • realizzando la cessazione della sofferenza;
  • riconoscendo che i fenomeni sono privi di un sè;
  • praticando la generosità con la consapevolezza che ciò che stiamo offrendo è transitorio e irrilevante, dedicando tutti i meriti al conseguimento della realizzazione;
  • perfezionando la disciplina con la pura visione che argina la preoccupazione per l’invecchiamento e la morte;
  • perfezionando la pazienza senza nessun attaccamento al samsara;
  • perfezionando la diligenza in mezzo al non nato e al non-sorgere;
  • perfezionando la concentrazione senza fare affidamento sulle basi sensoriali;
  • utilizzando la comprensione interna senza fare affidamento sulle basi sensoriali;
  • comprendere che tutti i fenomeni sono lo stato di assenza del desiderio;
  • perfezionando la consapevolezza della mente verso la mente senza attaccamento concettuale alla mente.

COME SCONFIGGERE I MARA FIGLI DEI DEVA

I mara figli dei deva sono sconfitti dall’applicazione dei bodhisattva :

  • terminando tutte le imputazioni composte dall’orgoglio;
  • realizzando il sentiero della liberazione;
  • -riconoscendo il nirvana come pace;
  • praticando la generosità per via della compassione per tutti gli esseri, per attrarli allo scopo di liberarli e dedicando tutti i meriti al conseguimento della realizzazione;
  • perfezionando la disciplina con l'intenzione di stabilire tutti gli esseri con scarsa disciplina nella disciplina degli esseri nobili;
  • perfezionando la pazienza senza nessun attaccamento per il nirvana;
  • perfezionando la diligenza al fine di far maturare gli altri esseri e sostenere il lignaggio del Dharma;
  • perfezionando la concentrazione dedicando questi aspetti della concentrazione al risveglio;
  • utilizzando la comprensione per diventare esperti nell’originazione interdipendente che corrisponde alla realtà;
  • realizzando che tutti i fenomeni sono incondizionati e non diventando presuntuosi nel possedere radici di virtù;
  • perfezionando la consapevolezza dei fenomeni mentali verso i fenomeni mentali senza attaccamento concettuale ai fenomeni mentali.

LE QUATTRO DILIGENZE DEI BODHISATTVA

I mara non possono creare nessun ostacolo ad un bodhisattva che è protetto dall’armatura forgiata attraverso le quattro diligenze: degli sforzi del bodhisattva,  dell’impegno del bodhisattva, della riflessione del bodhisattva e del conseguimento del Bodhisattva.

Le quattro diligenze dei bodhisattva sono:

1. La diligenza degli sforzi del bodhisattva che consiste nel coltivare il risveglio, studiare, abbandonare l’avarizia, praticare la beneficenza in forma anonima, cercare il tesoro del Dharma, correggere una disciplina malsana, purificare il corpo, eliminare qualsiasi connessione con la malvagità, mantenere la fede di fronte ad accuse e attacchi, separarsi dalla macchia della pigrizia e nel raggiungere i propri obiettivi.

Inoltre, gli sforzi del bodhisattva sono la fusione di: presenza mentale, padronanza del linguaggio, fare affidamento su un guru spirituale, rinuncia, rimanere ritirati, avere pochi desideri, addestramento nella disciplina elevata, perfezionamento di generosità e disciplina, perfezionamento della generosità e dell’incommensurabile amorevole gentilezza, purificazione delle macchie di tutti i reami.

Lo scopo degli sforzi del bodhisattva è capire ed eliminare il mara degli aggregati contaminati.

2. La diligenza dell'impegno del bodhisattva consiste: nel coltivare tutte le radici di virtù, nell'implementare l'applicazione dello studio, nell'abbandonare il desiderio di possesso, nel percepire tutti i mendicanti come amici spirituali, nel perseguire dei mezzi di sussistenza puri, nel mantenere una ferma disciplina e sobrietà, nel purificare la parola, nel padroneggiare l’applicazione della pazienza, nell'abbandonare tutte le attività associate alla critica e all'aggressione, nel distaccarsi dalla contaminazione della diligenza e nel compiere il proprio dovere.

Inoltre, l’impegno del bodhisattva è la fusione: della comprensione, del sentiero della liberazione, dell'applicazione del linguaggio, del dissociarsi dalle cattive compagnie, dell’allontanarsi dalla visione dualistica di ciò che piace e ciò che non piace, del prendere le distanze dalla distrazione, dell’essere contenti, dell’essere solerti nella disciplina, del perfezionare la pazienza e la diligenza, del perfezionare un linguaggio gradevole, dell’incommensurabile compassione, del perfezionamento dei segni maggiori e minori  delle attività pure.

Lo scopo dell’impegno del bodhisattva è trascendere e distruggere il mara delle afflizioni.

3. La diligenza della riflessione del bodhisattva è costituita da: i mezzi abili per beneficiare tutti gli esseri, le attività mentali appropriate, la dedica dei meriti per il risveglio di tutti gli esseri, il non attaccamento alle proprietà impermanenti, la chiara percezione di vivere una vita significativa, la maturazione degli esseri che hanno una disciplina malsana, la purificazione della mente, il proteggere sè stessi e gli altri, l’eliminazione delle afflizioni mentali, la maturazione degli esseri indolenti e il rimanere irremovibili nel seguire il veicolo del bodhisattva.

Inoltre, la riflessione del bodhisattva è la fusione: dell'intelligenza, del cancello alla liberazione, dell’eliminazione del linguaggio, dell’equanimità verso tutti gli esseri senza eccezione, dell’accertamento della virtù, della beatitudine nella solitudine, dell’essere facilmente soddisfatti, dell’esercitarsi nella motivazione superiore, del perfezionare la concentrazione e la comprensione interiore, dell’incommensurabile gioia altruistica, del sostenere il supremo Dharma.

Lo scopo della riflessione del bodhisattva è abbandonare e sconfiggere il Mara del Signore della morte.

4. La diligenza del conseguimento del bodhisattva è: l'accettazione di tutti gli avvenimenti così come sono, la pura visione degli esseri nobili, il non attaccamento della realizzazione, l’assenza del pentimento nel donare, l’assenza di orgoglio nella generosità, l’assenza di orgoglio nell’essere disciplinati, la purificazione dei fenomeni, l’assenza di orgoglio nell’essere pazienti, il non limitare sé e gli altri, intraprendere attività per eliminare le afflizioni e far maturare gli altri esseri, la fede inamovibile nella maturazione karmica.

Inoltre, il conseguimento del bodhisattva è la fusione: dell’aspirazione, della scoperta spirituale, del realizzare che il Dharma va oltre la descrizione, dell’agire in accordo a ciò che si è adottato, del raggiungere la saggezza affidandosi alla rinuncia, della visione non dualistica, della coltivazione della virtù e nient’altro, del vivere una vita priva di afflizioni, del conoscere le misure appropriate per occasioni differenti, dell’addestramento all'elevata comprensione interna, del perfezionare la saggezza ed i mezzi abili, dell’essere in armonia con la realtà ultima, dell’incommensurabile equanimità, della maturazione di innumerevoli esseri.

Lo scopo del conseguimento del bodhisattva è ottenere un trionfo assoluto sui mara figli dei deva.

L’OTTUPLICE POTERE DEL BODHISATTVA

Come possono i mara creare ostacoli a un bodhisattva che ha trasceso la limitazione della mente concettuale e si è saldamente stabilito nel dominio della buddhità?

Una volta Brahma chiese al Buddha Shakyamuni: "Quale potere possiedono i bodhisattva per non essere sopraffatti dalle qualità insuperabili della buddità?".

Il Budda Shakyamuni rispose: "Brahma, i bodhisattva possiedono l'ottuplice potere che impedisce loro di essere sopraffatti dalle qualità insuperabili della buddità".

Questo ottuplice potere descritto dal Buddha Shakyamuni è:

  1. Aspirando ad ottenere le qualità della buddhità, hanno il potere della fede inamovibile.
  2. Adoperandosi a replicare le stesse qualità dell’insegnante, hanno il potere del guru spirituale, che proviene dalla devozione.
  3. Avendo perfezionato la pratica della meditazione trascendentale, hanno il potere della comprensione interna che proviene dall’apprendimento studiato.
  4. Avendo accumulato incommensurabili meriti, hanno il potere di fornire supporto a tutti gli esseri che deriva da una grande riserva di meriti.
  5. Avendo trionfato su tutti i mara, hanno il potere della saggezza che proviene dalla loro diretta esperienza della realtà.
  6. Non avendo alcuna apprensione per il fatto che tutti i fenomeni sono privi di un sé, hanno il potere dell’incommensurabile compassione che proviene dall’incommensurabile amorevole gentilezza.
  7. Essendo inseparabili dalla mente del risveglio della bodhicitta, hanno il potere della presenza mentale che proviene dalla visione della certezza.
  8. Avendo raggiunto la conferma che tutti i fenomeni sono non nati, hanno il potere dell’accettazione che proviene dal non essere guidati dagli altri.

Inoltre, questi bodhisattva sono accuditi e sostenuti dai Buddha e perciò:

  • vedranno sempre i tathagata;
  • nessun mara potrà mai influenzarli;
  • conseguiranno il ricordo delle loro realizzazioni precedenti e le loro attività non avranno limiti;
  • otterranno l’irreversibile bhumi e il risveglio ultimo;

Questo conclude il breve riassunto del sutra delle domande di Sagaramati su come sconfiggere i mara.

MISURE PROTETTIVE CONTRO MARA

In un sutra conosciuto come: “Il nettare della parola”, il Buddha Shakyamuni, su richiesta del bodhisattva mahasattva Maitreya, insegna cinque qualità che i bodhisattva mahasattva dovrebbero possedere e che garantiscono loro di vivere a lungo, di non avere ostacoli e di conseguire rapidamente il risveglio:

“Ci sono cinque qualità che i bodhisattva mahasattva dovrebbero possedere per assicurarsi che nessuna delle orde di Mara possa crear loro degli ostacoli e che nessuno del seguito di Mara li possa aggredire; cosicché, grazie all’amorevole gentilezza verso tutti esseri senzienti, vivranno a lungo e conseguiranno rapidamente il perfetto e insuperabile risveglio.”

“Quali sono queste cinque qualità?”

“Sono la perseveranza nell'offrire il Dharma, nell’offrire la libertà dalla paura, nella pratica dell’incommensurabile amorevole gentilezza, della compassione, della gioia altruistica e dell'equanimità, nel riparare le stupa fatiscenti, nell’ispirare tutti gli esseri a rivolgere le loro menti al risveglio”.

“Maitreya, se i bodhisattva mahasattva possiedono queste cinque qualità, nessuna orda di Mara li ostacolerá e nessun seguito di Mara li aggredirà; essi, grazie all’amorevole gentilezza per tutti gli esseri senzienti, vivranno a lungo e conseguiranno rapidamente il perfetto e insuperabile risveglio.”

Subito dopo aver udito questo breve discorso dal Beato, un grande numero di monaci, bodhisattva e di esseri celesti presenti conseguirono immediatamente diversi gradi di realizzazione.

RIASSUNTO SULLA COMPRENSIONE DI MARA, IL SIGNORE DELL'ILLUSIONE

Il sentiero del bodhisattva è il rimedio perfetto per pacificare l’influenza del Mara delle emozioni perturbanti. Di seguito un breve riassunto di questi rimedi:

1. Meditazione sulla bodhicitta

Quando utilizziamo la chiarezza del risveglio della bodhicitta (chang chub kyi sem) per esaminare la natura delle emozioni, arriveremo a riconoscere che tutte le emozioni sono completamente autoindotte e prive di qualsiasi proprietà sorta da sé che le sostenga, all'infuori del supporto del nostro proprio inganno concettuale.

Quando abbracciamo la bodhicitta nella sua essenza, non c’è nessun giudizio, nessun etichettare, nessuna aspettativa per l'approvazione o il rifiuto, eccetto che la presenza dell’amorevole gentilezza (jampa), della compassione (nyingjè), della gioia altruistica (gawa), e dell'equanimità (tangnyom), prontamente a disposizione come: 'I quattro incommensurabili' (tsémé shyi), per promuovere quello che è il beneficio più grande verso tutti gli esseri senzienti.

2. Meditazione sui tre ingressi alla liberazione (nam tar go sum)

Questo è il rimedio perfetto per placare l’influenza dei mara degli aggregati contaminati. Quando utilizziamo la chiarezza del risveglio della bodhicitta per esaminare la natura dei fenomeni, arriveremo a riconoscere che la natura della base che conduce all’assoluto è quella della vacuità (tong pa nyi) senza la presenza di componenti fisse; il sentiero che conduce all’assoluto non consiste nei segni degli attributi (tsen nyi mèpa), in quanto la sua natura è quella di un fenomeno in evoluzione e la natura della sua fruizione finale incarna l’essenza dell'assenza di desiderio (mönpa mépa) che è priva di qualunque desiderio di ottenere qualcosa; si realizza quindi il corpo dell’assoluto, il dharmakaya (chö ku), il quale è libero dall’influenza del Mara degli aggregati contaminati.

3. Meditazione utilizzando il samadhi su un singolo punto (tingé dzin)

Affidandosi saldamente alla pratica del samadhi su un singolo punto e senza attaccare la propria mente al fascino della sfera celeste, si entra nell'inamovibile terreno delle otto bhumi (miyowa) che va al di là dell’influenza del Mara figlio dei deva.

4. Meditazione sul sentiero della cessazione (gokpa)

Attraverso il conseguimento dell'obiettivo finale sul sentiero della cessazione, si è liberi dalla schiavitù dell’esistenza samsarica e si va oltre il nirvana di base (nya ngen lé dé pa) del veicolo hinayana (tek men) e si entra nel nirvana del non dimorare (mi nepé nyangdé) della totale estinzione di tutta la sofferenza e delle sue cause, per cui si è andati oltre la portata del Mara del Signore della Morte.

Questo insegnamento intitolato: “Comprendere Mara, il Signore dell’Illusione”, è qui presentato da Tenzin Gyalpo Drakpa Gyaltsen Dondrup Dorje come suo omaggio a tutti i buddha dei tre tempi nelle dieci direzioni.